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Dalla terapia del dolore alla guarigione spirituale


Tuttavia, erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato.
Isaia 53:4

Il dolore è un'esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole, tipicamente associata a un danno tissutale effettivo o potenziale, o descritta in termini di danno. 

In parole semplici, è una sensazione che ci fa sentire un fastidio o uno strappo, spesso come segnale che qualcosa non va nel nostro corpo. 

Grazie a una disciplina medica chiamata “Terapia del dolore” oggi è possibile limitare questa spiacevole sensazione. 

La terapia del dolore ha lo scopo di riconoscere, valutare e trattare nella maniera più consona il dolore di tipo cronico. 

L’obbiettivo è quello quindi di tenere a bada lo stimolo doloroso per cui difficilmente esiste una cura. 

Essa è spesso utilizzata durante le ultime fasi di una malattia terminale ma, in realtà la maggior parte dei pazienti a cui l’algologia può essere utile e si dovrebbe indirizzare sono affetti da dolore cronico.



Quali sono i trattamenti?

Non staremo qui ad approfondire quali sono le cure e i trattamenti svolti nella terapia del dolore, essendo un argomento complesso e con basi scientifiche e mediche ci limiteremo ad elencare quali sono le procedure più comuni e come viene trattato.

Il trattamento può includere una terapia farmacologica con FANS, oppioidi deboli e forti, anticonvulsivanti, antidepressivi e anestetici locali.

Tutte queste procedure mirano a migliorare la qualità di vita del paziente senza pero eliminare e risolvere del tutto il problema.


Anestesia dell’anima

Il dolore cronico può essere paragonato al peccato e a quel senso di insoddisfazione perenne che affligge l’uomo, il quale cerca di anestetizzare quel dolore con i piaceri momentanei della vita;

e come per i farmaci utilizzati per il trattamento del dolore cronico esso ne diventa dipendente e nel momento in cui quel piacere con cui cerca di nascondere quel senso di inadeguatezza, viene meno, il dolore e quella tristezza provocata dalla distanza tra Dio e l’uomo ritorna a farsi sentire. 

Così come anche il peccato è per la nostra vita spirituale, un male, un dolore cronico, il quale non ha una cura, non ha un rimedio umano ma solo Gesù può guarirci. 

Nella Bibbia, troviamo la causa, il sintomo, il trattamento, la cura ma soprattutto il medico, cioè Gesù, che va al di là della nostra intelligenza e ci dona la guarigione assoluta a questo male che incombe in tutti gli esseri umani.




Giobbe: il paziente che non cerca anestesia, ma guarigione da Dio

Il tema del dolore è ampiamente trattato nella parola di Dio, i primi rifermenti li troviamo nel primo libro della Genesi 3:16 dove si menziona il dolore fisico derivante dal parto. 

Uno dei dolori più comuni che ritroviamo frequentemente è quello spirituale, dell’oppressione e della prova, il libro di Giobbe forse è l’esempio più vicino ai nostri tempi dove viene descritto quel dolore e quella sofferenza intima legata all’anima.

Il dolore ci avverte che c'è qualcosa che non va nel nostro corpo, permettendoci di proteggere le zone danneggiate e di cercare un aiuto, Giobbe cercò questo aiuto nel Signore “ritira da me la tua mano e fa che i tuoi terrori non mi spaventino più” (Giobbe.13:21)

Giobbe perse tutto quello che aveva, una sofferenza immeritata a tal punto da maledire il giorno della sua nascita, Giobbe non cercò soluzioni materiali per alleviare il suo dolore, non cercò di ricostruire e di recuperare quello che aveva, nella sua angoscia gridò a Dio con fede “Io so che il mio redentore vive, e che alla fine si alzerà sulla polvere” (Giobbe 19:25)

Il suo dolore non fu anestetizzato, non fu tenuto a bada ma fu cancellato: Quando Giobbe ebbe pregato per i suoi amici, “il Signore lo ristabilì nella condizione di prima e gli rese il doppio di tutto quello che gli era appartenuto” (Giobbe 42:10)




Quando il piacere non basta

Giobbe fu l’esempio di come si possa superare il dolore affidandosi a Dio, ma, nella Bibbia troviamo un esempio di chi prima di affidarsi a Dio ha provato a curare il dolore con i piaceri del mondo.

Parliamo del re Salomone che dopo aver chiesto e ricevuto saggezza da Dio si allontana dai suoi precetti ricercando la gioia nelle ricchezze del mondo come descritto in tutto il capitolo 2 di Ecclesiaste:

“Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro; non privai il cuore di nessuna gioia, poiché il mio cuore si rallegrava di ogni mia fatica, ed è la ricompensa che mi è toccata di ogni mia fatica”
(Ecclesiaste capitolo 2:10).

Salomone aveva accumulato argento ed oro, servi e serve, case, vigne e giardini, ma non era felice, il suo dolore è ben visibile, niente di quello che possedeva poteva alleviarlo: 

“Allora che profitto trae l’uomo da tutto il suo lavoro, dalle preoccupazioni del suo cuore, da tutto ciò che gli è costato tanta fatica sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolore, la sua occupazione non è che fastidio; perfino la notte il suo cuore non ha posa. Anche questo è vanità.” 

Proprio come Salomone siamo spesso attratti dai piaceri della vita, che non sono un male, Dio non ci vieta di goderne, ma diventano un problema nel momento in cui tutto ciò viene sostituito alla gioia e alla pace che solo Dio può dare.

Anche Salomone alla fine capirà che tutto ciò per cui si era prodigato e aveva faticato era soltanto un correre dietro al vento, tanto che al capitolo 12 del verso 15 troviamo scritto: “Temi Dio è osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l’uomo”.



Quando il piacere non basta

Ci sono tantissimi altri esempi di dolori nella Bibbia, ma il dolore più importante da cui Dio vuole liberarci è quello del peccato, quel dolore e quella tristezza che come è scritto porta alla morte “Perché la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza, del quale non c’è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte” (II Corinzi 7:11)

Il consiglio quindi è quello di non anestetizzare e nascondere la nostra sofferenza ma di curare il dolore alla radice, recandoci dal medico per eccellenza che è Gesù.

Perché egli si è caricato dei nostri dolori affinché noi fossimo liberi “Tuttavia, erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato” (Isaia 53:4)


Articolo scritto da: Simone Gallitelli
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