Nel contesto sociale odierno, il linguaggio sta subendo una trasformazione che appare, a molti, come un’inarrestabile caduta nella volgarità.
L’uso di espressioni scurrili, un tempo relegate a contesti marginali, si è diffuso in ogni ambito della comunicazione: nella vita quotidiana, nei dibattiti politici, nel mondo dello spettacolo e persino nella sfera accademica.
L’uso di termini offensivi e volgari non solo non scandalizza più, ma viene percepito come segno di autenticità, di attrattiva e vicinanza al “popolo”.
Questa mancanza di sensibilità innesca un circolo vizioso in cui il linguaggio diventa più comune e accettato, radicandosi ulteriormente nelle norme sociali.
Una tendenza particolarmente preoccupante è l'uso di un linguaggio scurrile da parte dei bambini.
Soprattutto per gli adolescenti, le parolacce hanno un valore trasgressivo e acquistano tutte una serie di significati, anche in base al contesto in cui vengono dette, con gli amici oppure davanti ai genitori.
Questa accettazione disinvolta del linguaggio scurrile è una tendenza preoccupante nella società moderna, ed è facile diventarne indifferenti.
Dio vuole che assumiamo un punto di vista diverso sulle parole che escono dalla nostra bocca
Gesù insegnò che "dall'abbondanza del cuore parla la bocca" (Matteo 12:34) e che è ciò che viene dal nostro cuore che ci contamina (Matteo 15:18).
Questo suggerisce fortemente che l'intenzione dietro le nostre parole sia un fattore davvero importante.
Le nostre parole, come le nostre azioni, sono una dimostrazione per gli altri della grazia di Dio che opera in noi.
Gli altri giudicano il regno di Dio e il suo potere da come viviamo e agiamo, così da come parliamo.
Il Signore ci comanda di preservare la santità del Suo nome e di non usarlo con noncuranza.
Ma ci chiede anche di stare attenti alle conversazioni sconsiderate che coprirebbero molti altri tipi di imprecazioni.
Impegniamoci a vivere e parlare in modo degno di rappresentanti del regno di Dio!
"Ma ora deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, cattiveria, maldicenza e parole oscene dalla vostra bocca … Il vostro parlare sia sempre con dolcezza, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno" (Colossesi 3:8; 4:6)
Dio ha creato la nostra bocca perché sia fonte di benedizione, non di maledizione
Lasciamo che le nostre parole siano un canale di grazia e incoraggiamento, e non un altro mezzo per attirare l'attenzione su noi stessi, sui nostri problemi o sulle mancanze altrui.
Vogliamo essere intenzionali con le nostre parole, in modo che siano "adatte all'occasione".
"Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela, affinché conferisca grazia a chi l’ascolta" (Efesini 4:29 ), offrendo così conforto agli afflitti, guida ai perduti, correzione ai traviati, coraggio ai deboli, speranza ai disperati e benedizione a tutti.
La nostra conversazione sia segnata dalla gratitudine:
L'Apostolo ispirato scrive che la conversazione dell'uomo nuovo in Cristo non dovrebbe essere caratterizzata da oscenità, scherzi volgari e discorsi insensati, ma dal ringraziamento "... né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento" (Efesini 5:4).
Mantenere l'attenzione su Cristo e sul Suo glorioso Vangelo saturerà il nostro cuore di profonda gratitudine, gratitudine che si manifesterà nelle nostre parole verso gli altri.
Le nostre parole siano condite d'amore
L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; {l’amore} non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa" (1 Corinzi 13:4-7).
Se parliamo con amore, le nostre parole saranno pazienti e gentili, non arroganti, ostinate, risentite, irritabili o maleducate.
Gioiremo anche verbalmente di tutto ciò che è vero, onorevole, puro, amabile, lodevole, eccellente e degno di lode "Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri" (Filippesi 4:8 ).
Quando i nostri cuori sono trasformati da Cristo, lo sono anche le nostre lingue
"perché dall'abbondanza del cuore parla la bocca" Luca 6:45
Pertanto, recuperiamo, coltiviamo e modelliamo la parola divina nelle nostre case, scuole, quartieri, comunità e chiese.
"Siano gradite davanti a te le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore, o Signore, mia Roccia e mio Redentore" (Salmo 19:14)
In conclusione vogliamo sottolineare che le nostre parole hanno il potere di edificare o distruggere, di benedire o ferire.
Se Cristo ha trasformato il nostro cuore, allora anche il nostro modo di parlare deve riflettere la Sua grazia e verità.
Ogni espressione negativa o inutile sostituiamola con una parola di incoraggiamento, una preghiera o un ringraziamento.
Vedremo come Dio userà il nostro parlare per portare speranza a chi vi circonda!
Articolo scritto da: Michele D'Antonio
__________________________
(lascia un commento)
⬇️




Commenti
Posta un commento
⬆️ Scrivi la tua considerazione sull'argomento