La chirurgia estetica si occupa di migliorare l'aspetto della persona attraverso tecniche chirurgiche e mediche, finalizzata a migliorare o semplicemente modificare l'aspetto fisico di pazienti clinicamente sani.
Filler, tossina botulinica, rivitalizzazione cutanea, peeling e così via. Termini che fine a qualche anno fa neanche conoscevamo.
Dati alla mano, si registra un considerevole aumento in Italia come nel mondo di persone che ricorrono ai “ritocchini”.
Analizziamo alcuni punti di questo tema sempre più presente.
(In)soddisfazione esteriore
Non vi è differenza tra donne e uomini, l’età media si abbassa e primi ritocchini si presentano anche alla minore età.
Ma cosa sta cambiando nella società?
C’è davvero bisogno di modificarsi per sentirsi a proprio agio?
La chirurgia estetica è finalizzata a migliorare o semplicemente modificare l’aspetto fisico di pazienti clinicamente sani ed è anche definita “chirurgia cosmetica”.
Le statistiche sono in aumento: questo incremento è dovuto alla crescente importanza attribuita all’aspetto fisico e al desiderio di sentirsi meglio con sé stessi, la percentuale di giovani è molto elevata e rappresenta il 40 - 45 % del totale.
Questo fenomeno è particolarmente dovuto all’influenza dei social-media, alla moda e alle tendenze sociali.
La cura di sé stessi è importante sotto ogni aspetto ma talvolta l’eccesso fa di questo una schiavitù.
I canoni di bellezza sono cambiati ed essere esteticamente armonici, compiacendosi, viene definito addirittura “una cura per l’anima” perché si ritiene che oltre a stare meglio si migliorino anche le relazioni con gli altri acquisendo sicurezza della propria immagine.
Nulla di male in tutto questo, ma siamo certi che l’anima ne sia appagata?
Spesso accade di cadere nell’eccesso e di cambiare completamente aspetto perché non si riescono a tollerare le imperfezioni del corpo e del viso.
L’idea di modificare l’aspetto estetico per essere vincenti e sicuri di sé potrebbe risultare una profonda illusione.
C’è quindi il rischio che non possa mai bastare e potrebbe essere un sintomo legato ad un disagio interiore.
Curare sé stessi: SI; farne un idolo: NO
Quando si cede a questi trattamenti per vanità la persona sta trasformando il proprio corpo in un idolo.
Una febbre, questa, che potrebbe colpire anche i figli di Dio?
Come possiamo correre ai ripari?
Curare sé stessi è buono, ma farne un idolo no!
Nella lettera ai Romani Paolo dice: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio.” (Romani 16:2)
Non bisogna farsi contagiare da ciò che oggi sembra prendere il sopravvento, il mondo è entrato nella chiesa e talvolta il credente si lascia influenzare da cose che contrastano gli insegnamenti biblici.
Gesù ha detto che noi siamo nel mondo ma non siamo del mondo e chi Lo segue non cammina nelle tenebre.
Bisogna consacrarsi al Signore e separare ciò che è Santo da ciò che è vile.
Si è schiavi di ciò che ci domina, ma Gesù dice: “Se perseverate nella mia Parola sarete veramente miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:31), e noi sappiamo che la verità è Cristo.
Fare propri gli insegnamenti biblici e accettarli con tutto il cuore trasformerà la nostra mentalità rendendola conforme a quella di Gesù; infatti, è scritto “abbiate la mente di Cristo” (Corinzi 2:16).
Per cui se avvertiamo la pressione delle passioni mondane, lo Spirito Santo sarà per noi una sentinella che ci spingerà a tenere fuori dalla nostra vita le cose che non sono conformi alla sua volontà.
Egli stesso ci ricorderà ogni cosa al momento giusto, Cristo vuole donarci la pace vera non quella effimera data dalle cose di questo mondo.
Se quella pace che abbiamo gustato sperimentando la presenza del Signore nella nostra vita abbonda in noi, nessun disagio interiore dominerà la nostra vita.
Non si dimentichi il verso biblico in Giovanni 15:19 che dice: “Io ho scelto voi in mezzo al mondo”, questo affinché portassimo frutto per la Sua gloria e non per quella mondana.
Tutto ciò che ci rende schiavi non è da Dio.
“Infatti quelli che sono secondo la carne pensano alle cose della carne; invece, quelli che sono secondo lo spirito pensano alle cose dello spirito.”
“Infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio.” (Romani 8:5,7)
Cosa dice la bibbia?
La priorità del credente: piacere a Dio
Prima di prendere qualsiasi decisione, è fondamentale consultare Dio attraverso la preghiera e la lettura della Bibbia.
Questa ci offre una guida preziosa, come nel caso della vanità: “Vanità delle vanità, tutto è vanità, è un correre dietro al vento." (Ecclesiaste 1:2 e 14)
Questo versetto ci ricorda che le cose terrene sono effimere e non dovrebbero essere la nostra priorità. In quanto credenti, siamo il tempio di Dio da quando abbiamo accettato Gesù come nostro Salvatore personale.
Come è scritto in 1 Corinzi 3:16: "Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?"
Questa consapevolezza ci ricorda che non apparteniamo più a noi stessi, ma a Dio.
Pertanto, ogni nostra decisione dovrebbe essere presa in considerazione di questa verità.
Certamente, la libertà in Cristo è un dono prezioso, ma va esercitata con saggezza e questo significa che, pur avendo la libertà di scegliere, dobbiamo valutare attentamente se le nostre decisioni sono utili per la nostra crescita spirituale e per il Regno di Dio.
La Bibbia ci esorta a vivere una vita che sia gradita a Dio.
Il vero credente ha come priorità quella di piacere a Dio, e di conseguenza i suoi pensieri e desideri saranno rivolti verso l'alto.
Come l'apostolo Paolo ha dichiarato in Galati 2:20: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me."
Questa dovrebbe essere la nostra mentalità: lasciare che sia Cristo a guidare le nostre scelte e azioni.
Concludendo vogliamo che tu sappia che Dio ti ama per quello che sei, senza sfumature, senza se e senza ma, non cadere nell’influenza mondana ma rimani al centro della Sua volontà.
Articolo scritto da: Paola Ambrosino
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Qual è la tua priorità: piacere a Dio o al mondo?
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Amen
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