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Il senso che Dio da’ al lavoro


Come possiamo leggere dalla Bibbia, Dio lavorò sei giorni per la creazione del mondo, di tutto l’universo e per tutte le cose belle che vediamo e il settimo giorno si riposò.

“Il settimo giorno, Dio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta.” (GENESI 2:2)

Dio vide che tutto quello che aveva fatto era molto buono, e così fece con Adamo. 

Lo pose nel giardino dell’Eden perché lo lavorasse e se ne prendesse cura. Anche quando fu cacciato dall’Eden per la sua disubbidienza, Dio lo mando via e gli impose che lavorasse la terra da cui era stato tratto con sudore e difficoltà. 

Nei dieci comandamenti che Dio scrisse per il popolo d’Israele, leggiamo che il quarto parla proprio del lavoro:

“Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al SIGNORE Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che abita nella tua città”.
(ESODO 20:8-10)

Dio vuole che l’uomo lavori, e se qualcuno non vuole lavorare, neppure deve mangiare, addirittura la Bibbia ci dice che chi non lavora ha un comportamento disordinato.

Infatti, quando eravamo con voi, vi comandavamo questo: che se qualcuno non vuole lavorare, neppure deve mangiare. 

Difatti sentiamo che alcuni tra di voi si comportano disordinatamente, non lavorando affatto, ma affaccendandosi in cose futili. 

Ordiniamo a quei tali e li esortiamo, nel Signore Gesù Cristo, a mangiare il proprio pane, lavorando tranquillamente. (2 TESSALONICESI 3:10-12).

“sforzatevi di vivere in pace, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare”  (1 TESSALONICESI 4:11).



Il Comportamento

Nell’Evangelo di Matteo, il cristiano viene paragonato al sale della terra e luce del mondo, ed è proprio ciò che dobbiamo essere agli occhi dei nostri colleghi, dobbiamo presentarci con gioia e non di malavoglia;

pronti ad affrontare la dura giornata, ubbidienti al datore di lavoro come scritto:

“Servi, ubbidite ai vostri padroni secondo la carne, con timore e tremore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo, non servendo per essere visti, ma come servi di Cristo. 

Fate la volontà di Dio di buon animo, servendo con benevolenza, come se serviste il Signore e non gli uomini, sapendo che ognuno, quando abbia fatto qualche bene, ne riceverà la ricompensa dal Signore, servo o libero che sia” .
(EFESINI 6:5-8)

L’apostolo Paolo scriverà anche in TITO 2:9- 10
“Esorta i servi a essere sottomessi ai loro padroni, a compiacerli in ogni cosa, a non contraddirli, a non frodarli, ma a mostrare sempre lealtà perfetta, per onorare in ogni cosa la dottrina di Dio, nostro Salvatore”.

Certo è che noi non abbiamo padroni, né tanto meno siamo servi di uomini, ma abbiamo superiori in ordini di gerarchia lavorativa e dobbiamo impegnarci a dare il massimo in ogni lavoro o servizio a cui siamo stati assunti.


Confidare in Dio per essere suoi strumenti

Anche nella giornata lavorativa, nel mentre, confidiamo in Dio, preghiamoLo, affinché ci dia la forza necessaria, la capacità per un buon lavoro, di essere di aiuto ai nostri colleghi. 

Con consapevolezza comprendiamo che se ci troviamo in un certo luogo è per volontà di Dio.

Dio ha uno scopo preciso, lasciamoci guidare dal Signore. Ci sono lavori che inevitabilmente si ha contatto con il pubblico, ed è proprio là che Dio ci vuole manifestare che noi siamo figli Suoi. 

Avendo parole dolci, con un sorriso, un abbigliamento consono, una personalità curata, presentando sempre Cristo Gesù come nostro personale Salvatore.

Riscopriamo ogni giorno di come l’amore di Dio pervade la nostra vita e diventiamo un profumo soave per chi ci circonda.

“Poiché noi siamo dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che sono sulla via della salvezza e fra quelli che sono sulla via della perdizione” . (2 CORINZI 2:15)




Articolo scritto da: P. Ambrosino
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