Esodo 33:15
Mosè allora gli disse: “Se la tua presenza non viene con me, non farci partire di qui.”
Quante volte ci ritroviamo anche noi come Mosè a dire: “Se la tua presenza non viene con me, non farci partire di qui.”
Di certo non siamo liberatori di un popolo, ma quante volte nelle scelte “coraggiose” della nostra vita lo abbiamo detto a Dio.
Forse come anche tanti altri giovani o meno, ci troviamo ad andare via dalla nostra città natale, allontanandoci dai nostri affetti, dalla nostra famiglia, per motivi di studio, di lavoro.
Ma a differenza di altri, noi Cristiani abbiamo una guida che ci aiuta e segue dovunque andiamo, Cristo Gesù.
Come riconosciamo che la scelta di andare via, sia davvero nella volontà di Dio e non sia la nostra volontà?
Spesso nella società in cui viviamo, nel nostro arduo contesto nazionale, cerchiamo di capire quale sia la nostra posizione sociale in questo mondo, e proviamo ad assicurarci una migliore qualità di vita.
Spesso cerchiamo di salire anche di qualche gradino la scala sociale, intraprendendo uno studio o un lavoro.
Non c’è nulla di sbagliato nell’avere ambizione, ma dobbiamo stare attenti che questa non ci porti lontano da Dio.
Per un Cristiano che abbia fatto una reale esperienza col Signore, è lo Spirito Santo a suggerire la decisione o meno di un trasferimento.
Tanto è vero che è scritto in Isaia 30:21
“Quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: «Questa è la via; camminate per essa!»”
Un esempio per la nostra vita lo è stato Abraamo, di cui lo scrittore agli Ebrei capitolo 11:8-10
“Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, abitando in tende, come Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa, perché aspettava la città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e costruttore è Dio.”
Abraamo non sapeva dove il Signore lo stava accompagnando, ma aveva la certezza che Dio era con lui, e lo scopo della sua vita era semplicemente piacerGli, tanto è vero che fu chiamato l’amico di Dio.
Quindi, il primo passo per capire se sia o meno la volontà del Signore è rispondere a questa domanda:
1) Ci saranno per la mia vita dei benefici spirituali?
2) Mi aiuta questa decisione a riporre΄ fiducia in Dio e non nelle mie forze?
Se il Signore ci rivela attraverso la Sua parola che dobbiamo intraprendere un nuovo cammino, non ci resta che preparare il nostro bagaglio.
Cosa mettiamo nel nostro bagaglio?
Se il Signore è con noi nel cammino che stiamo intraprendendo ci renderemo conto che nel bagaglio che stiamo preparando dovranno esserci tre cose essenziali:
1) la parola di Dio;
2) lo Spirito Santo;
3) la comunione con il Signore.
La parola affinché essa illumini il nostro sentiero, e ci riveli il volere di Dio, anche nelle scelte più banali e scontate.
Lo Spirito Santo per affrontare le macchinazioni del nemico contro la nostra vita.
La comunione col Signore affinché possiamo non scadere dalla Grazia di Dio.
Di certo non possiamo, anche noi come credenti, discostarci dall'idea che una mente positiva sia una mente capace di imparare, di gestire meglio circostanze che inevitabilmente incontriamo nel percorso della nostra vita o di fronteggiare episodi che, se affrontati con pensieri negativi, ci porterebbero a condizioni disastrose.
Nell'epistola ai Filippesi, l'apostolo Paolo incitava i credenti ad avere una mente rinnovata, e come loro anche noi oggi aspiriamo ad avere una mente sana che rispecchi le qualità di Cristo nostro Salvatore.
Dio ha il controllo di ogni cosa, ma siamo equipaggiati per questo viaggio?
Essere equipaggiati non significa avere solo il bagaglio pronto per la partenza.
Essere equipaggiati significa avere anche i giusti strumenti per l’attività che si ha da svolgere nel luogo in cui ci si sta recando.
Che sia lontano, o vicino casa, l’attività principale del Cristiano è l’evangelizzazione.
Quando siamo al centro della volontà di Dio, e quindi di conseguenza nel luogo che Egli ha stabilito per noi, dobbiamo essere equipaggiati per l’evangelizzazione, e il nostro equipaggiamento è l’ubbidienza allo Spirito Santo.
Potrebbe capitare che guidati iniziamo per lo Spirito e, con le distrazioni terrene, terminiamo con la carne, ma vale più la fine di una cosa che il suo principio.
Infatti, non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo, e la parola del Signore ci esorta con la figura di Giona.
Giona era un uomo che lungo il suo cammino scelse di equipaggiarsi con la disubbidienza.
Per il suo disubbidire, la nave che lo portava lontano dalla presenza del Signore, non stava danneggiando solo la sua vita, ma anche quella di chi gli stava intorno.
Solo quando si rese conto del suo errore, il Signore lo riportò sulla terra ferma, affinché parlando ai Niniviti, questi ultimi potessero ravvedersi dalle loro vie malvagie.
L’interesse principale di Dio non era che Giona si trovasse a Tarsis o a Ninive, non era importante il luogo, quanto quelle 190.000 anime che Giona doveva raggiungere.
Forse anche tu, come tanti, stai per prendere nuove decisioni.
Un posto di lavoro, uno studio, forse lontano casa... chiedi a Dio di darti un orecchio attento alla voce dello Spirito Santo, affinché tu possa centrare l’obiettivo del Signore ed essere al centro della Sua volontà.
Così facendo, sarai di benedizione per la tua vita stessa, e per la vita di chi ti circonda.
Dio ti benedica!
Articolo scritto da: Romina Di Vaia
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E tu sei pronto a seguire il disegno perfetto di Dio per la tua vita?
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