Negli ultimi anni il fenomeno delle famiglie DINK (Double Income, No Kids) ha assunto proporzioni sempre più significative: si tratta di coppie che scelgono, di comune accordo, di non avere figli pur avendo entrambi un’entrata economica e, pertanto, la possibilità finanziaria di crescere la prole.
È una tendenza che sembra essere una scelta di vita sempre più diffusa e consapevole, un modello relazionale sempre più ambito.
Quali sono le cause alla base di questo fenomeno?
Le cause del fenomeno DINK sono molteplici. Innanzitutto, c’è la questione economica: avere figli è un impegno finanziario significativo, e molte coppie non si sentono di voler affrontare questo costo.
Inoltre, molte coppie scelgono di non avere figli per mantenere la loro libertà, la loro autonomia.
La decisione, quindi, di non avere figli, dà l’illusione a queste coppie di godere di una maggiore libertà economica e personale, permettendo loro di dedicarsi più agilmente alle proprie passioni, ai progetti di carriera.
Il fulcro della vita diventa, quindi, l’equilibrio tra successo professionale e benessere personale, e in questa dinamica non sembra esserci spazio per la genitorialità.
Una rivoluzione che ridisegna i confini della famiglia.
La scelta di non avere figli riflette un cambiamento nei valori sociali, una ridefinizione dei valori tradizionali che da sempre hanno assunto la famiglia come nucleo imprescindibile della società.
La crescita esponenziale delle coppie DINK rappresenta un segno dei tempi, una risposta al cambiamento delle priorità: viviamo un’epoca che promuove l’individualismo e l’essere genitori comporterebbe, per alcuni, una deviazione dai propri obiettivi personali.
La Bibbia stessa ci attesta che:
“Negli ultimi giorni verranno tempi difficili, perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro…” II Timoteo 3:2
Questa profezia trova conferma nella nostra epoca, dove l’amore per il denaro e l’egoismo sembrano avere il sopravvento non solo nella società in generale, ma anche all’interno della famiglia, un tempo considerata luogo di amore e reciprocità, ora invece è anche essa influenzata dalle dinamiche di individualismo e materialismo che caratterizzano la nostra cultura.
La scelta di non avere figli è diretta espressione di questo egoismo, dove l’individuo mette al primo posto i propri desideri rispetto ai bisogni dell’altro.
Il compito del popolo di Dio.
Come cristiani non possiamo ignorare il declino dei valori morali che sta affliggendo la società e, alla luce della Parola di Dio, dobbiamo soprattutto assumere una posizione.
Come cristiani siamo chiamati a una duplice responsabilità; da un lato, abbiamo il compito di prenderci cura delle nostre famiglie, dei nostri figli, di portare avanti il progetto di Dio che vede nella famiglia, fin dalla creazione, una benedizione e un’istituzione sacra.
Contemporaneamente, siamo chiamati a difendere il pensiero di Dio e la sua Verità contro ogni attacco e ogni tentativo di distorsione da parte della società.
La Parola di Dio parla chiaro a riguardo e ci ricorda che il nucleo familiare è stato benedetto da Dio fin dalle origini della creazione e i figli sono contemplati in questo meraviglioso progetto;
quando Dio creò l’uomo e la donna è scritto: “Dio li benedisse; e Dio disse loro: <<Siate fecondi e moltiplicatevi>>” Genesi 1:28.
Nel Salmo 127:3 si legge: “Ecco, i figli sono un dono che viene dal Signore; il frutto del grembo materno è un premio”.
La famiglia, quindi, è stata chiamata a essere un riflesso dell’amore e della provvidenza di Dio, a essere un luogo di grazia per tutti i suoi membri, e i figli sono una benedizione che il Signore concede alle famiglie.
La genitorialità richiede non solo profondo amore, ma anche una grande responsabilità; la responsabilità è un aspetto fondamentale soprattutto dell’essere genitori cristiani.
Essi sono chiamati ad essere esempi di fede e di virtù per i loro figli, si assumono la responsabilità di guidarli, educarli e di trasmettere loro principi e valori basati sulla Parola di Dio.
Essere genitori, pertanto, è sì un dono ma è anche un impegno e, in quanto tale, richiede dedizione e sacrificio.
A conclusione alla luce di quanto appena esposto, noi figli di Dio non dobbiamo avere paura di affrontare tutte queste sfide;
non siamo soli nella nostra missione di crescere i nostri figli, ma abbiamo un Dio amorevole che ci aiuta in ogni circostanza.
Chiediamo a Dio la saggezza e il discernimento necessari per affrontare le sfide della genitorialità.
Articolo scritto da: Miriam Basile
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La nostra fede ci dà la forza – ma siamo disposti a combattere, ogni giorno, per il futuro dei nostri figli e della famiglia che Dio ci ha affidato?
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