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Massimiliano Saulino: Schiavo del peccato a servo di Cristo.



Massimiliano Saulino

Abbiamo intervistato il fratello Massimiliano Saulino, del quartiere Forcella di Napoli, da: “schiavo del peccato” a “servo di Cristo”.

La sua trasformazione, fortificazione in Cristo, nelle mura delle carceri, dove nonostante le tante difficolta che possono incombere, Dio opera ancora oggi. 

Potete assistere alla video intervista tramite questo link:


1. Come era la tua vita prima di conoscere Cristo?

La mia vita fin da adolescente è stata caratterizzata da piccoli reati per poi arrivare ad essere il capobanda di organizzazione malavitosa, dal contrabbando di sigarette alla droga

Nel mio quartiere ero ben visto, avendo modo di guadagnare tanti soldi facili, aiutavo le persone in difficoltà economica, questo mio essere “generoso” mi dava modo di giustificare il male che io facevo, il vuoto che sentivo dentro di me cercavo di riempirlo con queste “buone azioni”. 

Ma più andavo avanti più mi sentivo solo e insoddisfatto.




2. Come e quando è iniziata la tua esperienza con Gesù?

Ho avuto il mio primo incontro con Dio a 14 anni, una mia zia evangelica, sorella in Cristo, mi chiese di accompagnarla in chiesa. 

Lì fu tutto diverso da come io immaginavo una chiesa, conoscendo solo la chiesa “tradizionale”. 

Mi colpì molto il modo di lodare e pregare il Signore, di come le persone cercassero Dio, non solo “emotivamente”, ma come si dice con “tutto il cuore”.

Ricordo che ci fu un appello alla fine del culto ed io andai avanti, la preghiera del pastore fu “Dio preserva Massimiliano”

Mi è sempre rimasto nel cuore, come detto prima, la mia adolescenza poi fu caratterizzata da vari crimini, ma in tutto il percorso della mia vita quell’incontro mi ha segnato. 

Nell’apice della mia carriera “criminale”, dopo anni, non riuscivo più ad andare avanti finché un giorno mi rinchiusi nella mia camera ed anche se non sapevo come si pregasse, aprii il mio cuore a Dio, feci una semplice preghiera con sincerità, “Gesù non voglio più fare questa vita, fammi sentire la tua gioia, il tuo amore, riempimi”. 

Lasciai tutto ciò che avevo, la mia vita fatta di crimini mi disgustava, presi la mia famiglia ed andai a vivere in provincia di Benevento, lì alcuni fratelli in Cristo insieme al Pastore iniziarono a farmi visita a casa, avevo “sete” di conoscere sempre di più Cristo.




2. Qual è stato il tuo percorso cristiano in carcere?

Quando abitavo in provincia di Benevento, mi raggiunse anche il mandato di arresto per alcuni reati commessi. 

Sinceramente sapevo che prima o poi sarebbe successo, la mia preghiera fu “Dio resta con me e donami tu la forza”. 

Da quel momento in poi sono stato in diverse carceri, il mio desiderio era quello di essere uno strumento nelle mani di Cristo. 

Sono stati tanti gli anni trascorsi, ma lì ho fatto le mie più belle esperienze con Gesù. 

Sono stato in isolamento, ed è stato proprio lì che Dio si è fatto conoscere sempre di più, ho letto tutta la Bibbia più e più volte, ogni volta che la leggevo sembrava essere un libro nuovo, la Parola di Dio albergava nel mio cuore, sentivo lo Spirito Santo che mi modellava e mi preparava ad un qualcosa di meraviglioso. 

Quando stavo nel carcere di Biella, nacque in me il desiderio di testimoniare pubblicamente che Gesù era il mio Salvatore, volevo fare il battesimo in acqua. 

Dio permise ciò, nonostante le difficoltà, ebbi il permesso di andare nella chiesa di Aosta e fare il battesimo, fu una grande benedizione e non dimenticherò mai l’accoglienza della famiglia in Cristo della chiesa.




4. La tua fede ti hai mai aiutato in qualche occasione particolare in carcere?

Ogni giorno la mia fede mi ha aiutato, ho fatto delle esperienze bellissime, ma l’opera più grande l’ho vissuta nel carcere di San Gimignano. 

Oramai il desiderio di servire il Signore era incessante e misi ogni cosa nelle mani di Dio

Senza non poche difficoltà, ho visto aprirsi una porta per poter parlare agli altri detenuti. 

Da un piccolo gruppetto di quattro persone siamo arrivati ad essere una settantina di persone, si pregava, si leggeva e si adorava il Signore. 

Uomini che prima maneggiavano una pistola, ora hanno la Bibbia e predicano la Parola di Dio. 

C’era un ragazzo che aveva una brutta malattia e con fede abbiamo pregato Dio e Dio l’ha guarito. 

Sono tante le cose che potrei dire, ma posso dire con certezza che le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio.



5. Ora sei libero e il tuo desiderio rimane lo stesso, annunciare l’Evangelo. Da schiavo del peccato a servo di Cristo, cosa significa per te ora fare la volontà di Dio?

In questi anni Dio mi ha fortificato, posso dire che grazie alla Sua presenza non ho sentito il peso di essere rinchiuso, ma anzi, sono stato sempre gioioso di proclamare Cristo ai detenuti. 

La prima cosa che ho fatto da libero è stata di annunciare l’evangelo alla mia famiglia, al mio quartiere, a coloro che mi conoscevano per il mio passato nel peccato. 

Ci sono desideri nel mio cuore, ma ho riposto ogni cosa nel Signore, dovunque Egli mi vorrà, io ci andrò. 

Dio ha trasformato la mia vita, mi ha salvato e mi ha reso utile nella Sua opera, questo è ciò che rallegra il mio cuore.

Invito a quanti leggeranno o ascolteranno questa intervista di accettare il Signore il prima possibile, senza farsi abbindolare dal nemico dell’anima nostra, affinché ogni giorno possa essere un giorno utile per l’avanzamento dell’Evangelo.



Articolo scritto da: Massimiliano Saulino
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Cosa ti incoraggia o ti ispira nella testimonianza di Massimiliano?

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