(Esodo 24:12-18)
“L’Eterno disse a Mosè: “Sali da me sul monte, e fermati qui; e io ti darò delle tavole di pietra, la legge e i comandamenti che ho scritto, perché siano insegnati ai figli d’Israele”.
"Mosè, dunque, si alzò con Giosuè suo ministro, e Mosè salì sul monte di Dio."
"E disse agli anziani: Aspettateci qui, finché ritorneremo da voi. Ecco, Aaronne e Cur sono con voi; chiunque abbia qualche affare si rivolga a loro”.
"Mosè dunque salì sul monte, e la nuvola ricoprì il monte. La gloria dell’Eterno rimase sul monte Sinai e la nuvola lo coprì per sei giorni, e il settimo giorno l’Eterno chiamò Mosè dalla nuvola."
"L’aspetto della gloria dell’Eterno era agli occhi dei figli d’Israele come un fuoco divorante sulla cima del monte."
E Mosè entrò in mezzo alla nuvola e salì sul monte, e Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti.“
Dio invitò Mosè a salire sul monte Sinai affinché ricevesse la legge del Signore, i dieci comandamenti.
Mosè ubbidì, si fidò di Dio e salì senza indugiare.
Fu per Mosè un’esperienza meravigliosa, unica, indimenticabile.
Ebbene Dio non è cambiato, Egli è lo stesso Dio che ha
chiamato Mosè, che ha liberato il suo popolo con la sua
potente mano.
Ci chiama perché ci ama, perché siamo Suoi, il Suo popolo.
Egli vuole benedirci e vuole parlarci affinché la Sua gloriosa presenza avvolga la nostra vita proprio come quella nuvola avvolse Mosè.
Ma per realizzare tutto questo dobbiamo essere come Mosè ubbidienti e disposti a salire sul monte per giungere alla vetta come Mosè.
Oggi Dio ci chiama non attraverso Mosè ma per mezzo di Gesù il Suo figliuolo
(Ebrei 12:18 e 24)
“Voi non siete venuti al monte che si poteva toccare con mano, avvolto nel fuoco, né all’oscurità, né alle tenebre, né alla tempesta”
(Ebrei 12:24)
“tramite Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell’aspersione che parla meglio di quello di Abele.”
Cristo superiore a Mosè
(Ebrei 3:1:6)
“Perciò, fratelli santi, che siete partecipi di una celeste vocazione, considerate Gesù, l’apostolo e il sommo sacerdote della nostra professione di fede, il quale è fedele a colui che l’ha costituito, come anche lo fu Mosè in tutta la casa di Dio."
"Infatti Gesù è stato reputato degno di una gloria tanto maggiore di quella di Mosè, quanto è maggiore l’onore di colui che costruisce la casa, in confronto a quello della casa stessa."
"Poiché ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito tutte le cose è Dio."
"Mosè fu bensì fedele in tutta la casa di Dio come servitore per testimoniare delle cose che dovevano essere dette, ma Cristo lo è come Figlio, sopra la sua casa, e la sua casa siamo noi, se riteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza e il vanto della nostra speranza.”
Gesù disse venite a me
(Matteo 11:28)
“Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati e io vi darò riposo.”
L’invito di Gesù che ci chiama ad andare a Lui perché solo in Lui abbiamo la liberazione dei nostri pesi, dei nostri pensieri e delle nostre preoccupazioni.
Gesù disse “se qualcuno ha sete venga a me e chi crede in me fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”, disse questo in virtù del battesimo nello Spirito Santo.
Oggi non perdiamo questa bella occasione di andare a Dio padre, di entrare nel luogo santissimo e ricevere benedizioni abbondanti, forza, coraggio, vigore per andare avanti e proseguire il cammino della fede ed essere accolti nel Suo regno d’amore sentendoci dire ben hai fatto “mio fedele servitore, entra nella gioia del tuo Signore”.
Articolo scritto da: Samuele Di Vaia
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