A lanciare l’allarme è stato l’UNICEF.
Si stima che più di un adolescente su sette, tra i 10 e i 19 anni conviva con un disturbo mentale; l’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati.
Un disagio che a volte può diventare insopportabile e che porta quasi 46.000 adolescenti ogni anno a togliersi la vita, più di uno ogni 11 minuti.
E così il suicidio è, nel mondo, una fra le prime cinque cause di morte fra i 15 e i 19 anni, ma in Europa Occidentale diventa la seconda, con 4 casi su 100.000, dopo gli incidenti stradali.
Ad aggravare la situazione è stato il lockdown che ha interrotto l’istruzione, le attività ricreative ed ha alimentato la preoccupazione per il contagio e per il lavoro dei genitori.
Depressione, ansia, disturbi alimentari (anoressia e bulimia), deficit dell’attenzione, insonnia, e fobie varie sono solo alcuni dei disturbi che si riscontrano tra tanti adolescenti e che ne stanno oscurando il futuro.
Finora abbiamo solo snocciolato numeri, che servono però a farci comprendere come l’adolescenza sia diversa dall’immagine che ci siamo fatti dell’età della spensieratezza e dei sogni che si desiderano realizzare.
È un’età estremamente dinamica e piena di vita e creatività, ma con tanti, troppi punti oscuri.
È l’età della progettazione del proprio futuro, un futuro che spesso essi vedono così nebuloso e incerto.
È l’età dei conflitti generazionali e sociali, ma anche quello della difficoltà di farsi accettare per ciò che si è.
È il periodo delle aspettative, a volte esasperate dei genitori che spingono a quel successo che essi stessi non sono riusciti a realizzare.
È un momento della vita nel quale ci si sente incompresi e rifiutati dagli altri perché si ha l’acne o qualche chilo di troppo, perché un sentimento non viene corrisposto, o perché non si riesce a raggiungere gli standard di una società consumistica che impone di avere l’ultimo modello di scarpe o smartphone.
Le famiglie, che dovrebbero essere dei rifugi, sono delle polveriere pronte ad esplodere o sono già deflagrate a causa di separazioni dovute ad egoismi che fanno come prime vittime proprio i figli.
Si aggiunga un mondo che sta alimentando preoccupazioni legate a guerre, malattie e mancanza di prospettive future, causata da crisi economiche, e il tutto diventa una miscela esplosiva.
Si assiste all’abuso di psicofarmaci da parte di ragazzi che cercano di “sballarsi” con sostanze stimolanti per cercare di dimenticare per un po’ il loro malessere interiore.
Un problema molto esteso
Il continuo ricorso al sostegno di psicologi nelle scuole ci fa capire quanto sia esteso il problema: stiamo perdendo una generazione!
Per i problemi dei nostri giovani, la chimica non è la soluzione; è scritto:
(Salmi 11:4)“quando le fondamenta sono rovinate, che cosa può fare il giusto?.”
Bisogna ripartire dalle basi, da ciò che ha originato le loro inquietudini, da ciò che li spaventa e che li ha resi così tristi e arrabbiati.
Se è scritto che ; cioè anche i più robusti fisicamente e psicologicamente, avvertono periodi di stanchezza di fronte a tante pressioni che a volte non riescono a gestire da soli.
Ma ricordiamo che il profeta Isaia continua dicendo:
Come credenti nella parola di Dio, sappiamo che, di fronte ai dubbi, dobbiamo ricorrere ad essa per trovare una guida. Così ho fatto anch’io: meditando su questo tema:"Gli Psicofarmaci" mi sono sorte molte domande, e, grazie a Dio, ho trovato risposta per ciascuna di esse.
RispondiEliminaGli psicofarmaci agiscono su vari aspetti del sistema nervoso centrale e si suddividono in diverse tipologie, ognuna indicata per specifiche condizioni. Tuttavia, tutti possono causare effetti collaterali fisici comuni, come ansia, insonnia, irritabilità, nausea, cefalea, palpitazioni, tremori, sudorazione, dolori muscolari, vomito, intolleranza alla luce e ai suoni e, in casi estremi, convulsioni. Vengono prescritti clinicamente alle persone in terapia psicologica, ma spesso sono usate come vere e proprie droghe.
È giusto ricorrere agli psicofarmaci in casi gravi di patologie complesse? Sono sempre sbagliati o esistono delle eccezioni? Leggendo la parola, ho trovato numerosi versetti in cui il Signore ci dice chiaramente che Egli è il rimedio alla tristezza dell’anima e all’afflizione del cuore.
In Salmi 34:18 è scritto: «Il Signore è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito. Molte sono le afflizioni del giusto, ma il Signore lo libera da tutte». Dio è anche la soluzione alle possessioni che, secondo la psicologia, si manifestano come vari disturbi di ogni genere. Nel Vangelo di Marco, al capitolo 1, versi 21-28, vediamo un esempio di liberazione operata da Gesù a Capernaum: «Gesù lo sgridò, dicendo: “Sta’ zitto ed esci da costui!” E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui».
Gli psicofarmaci rappresentano un tentativo umano di affrontare problemi che non sono solo fisici, ma toccano profondamente l’anima. Tuttavia, Dio rimane la sola e unica soluzione ai mali che ci affliggono; l’uomo può solo chiedere il Suo aiuto e il Suo perdono per ritrovare pace e serenità.
Dio ci benedica!