“Una delle obiezioni che si potrebbe fare a questo testo è che “noi non siamo Daniele” e la mia risposta è:
Se non siamo Daniele, almeno dovremmo desiderare di esserlo e ricordare che ci sono possibilità per noi di essere tali.
Daniele non è posto molto al di sopra di noi come qualcuno che non può essere imitato, ma è un esempio che dovrebbe essere nostra gioia seguire.
Ogni vero cristiano è, in un senso molto profondo e vero, un “uomo molto amato”.
I credenti più deboli nella grazia sono veramente amati come coloro che sono giunti alla pienezza della statura degli uomini in Cristo Gesù.
Ogni erede del cielo è acquistato con lo stesso sangue, scritto nello stesso rotolo di vita, chiamato dallo stesso Spirito, preservato dallo stesso potere divino, allora ogni credente è “amato” e anche “molto amato”.
Ogni cristiano, riconoscendo il grande amore di cui gode, deve riconoscere anche i grandi obblighi che ne derivano.
Questa non è altro che onestà: se mangiamo il pane
dei figli, dobbiamo rendere l’obbedienza dei figli.
Si dice che Daniele sia un “uomo molto amato” o “un uomo con cui Dio desiderava entrare in comunione”, nella cui compagnia il Signore si compiaceva.
Ora il grande amore di Dio per Daniele si vede in modo molto evidente nel suo carattere.
Non descriverò il suo carattere come la ragione per cui Dio lo amava, tutt’altro, ma menzionerò il suo carattere
come l’effetto del grande amore di Dio per lui.
Daniele temeva Dio
Non sappiamo il momento in cui conobbe pienamente il Signore, ma deve essere stato durante la sua infanzia, nessuno potrà mai sopravvalutare il grande privilegio di essere portato a Dio durante l’infanzia o la giovinezza.
Il grande amore di Dio per Daniele si manifestò nella sua precoce e totale non conformità al mondo.
Fu posto in circostanze di particolare pericolo, allontanato dalla sua famiglia e dal suo paese fu portato in un paese idolatra e addestrato in una corte
idolatra.
È stato fatto tutto il possibile perché il giovane ebreo dimenticasse il Dio dei suoi padri, il suo stesso nome fu cambiato così come quelli dei tre degni compagni
della sua prigionia.
Avevano grandi nomi in ebraico, ciascuno significativo di qualche gloriosa verità, ma furono trasformati in semplici titoli babilonesi, affinché potessero dimenticare di essere ebrei e dimenticare il nome di Dio stesso!
Ovunque intorno a loro vedevano idolatria, lussuria e criminalità.
Eppure ecco che, quando era ancora un semplice ragazzo, “Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi”, la carne e il vino che sarebbero stati portati a Daniele non sarebbero stati del tipo che avrebbe potuto essere mangiato o bevuto da un israelita perché, sicuramente, preparate in contrasto
con quanto prescritto dalla legge mosaica, consacrati e offerta agli idoli;
perciò Daniele non volle contaminarsi con la carne del re, né con il vino del re.
Se sei in guerra con un nemico mortale, è sempre più sicuro alzare un muro molto alto tra te e lui.
Fu risoluto ma non imprudente, si mise all’opera con quella gentile cortesia compagna della fermezza.
Le buone maniere sono una veste adatta per principi
fermi.
Possiamo sperare che colui che comincia bene, andrà avanti bene.
Se fin dall’inizio non sei completo nei confronti di Dio, temo che non lo sarai mai.
I cristiani dovrebbero crescere nella grazia, ma mi dispiace dire che molti di loro vanno di debolezza in debolezza e tutto ciò perché non c’è un buon inizio.
Ogni costruttore ti dirà la necessità di gettare bene le fondamenta.
Lascia che il fondamento della tua vita con Dio sia decisione, risolutezza, sincerità e completezza.
Daniele era un uomo molto amato, perché già presto si distinse per il suo anticonformismo al mondo.
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