Sono tante le emozioni che pervadono la nostra esistenza. La nostra vita è costellata di sentimenti positivi e negativi e tra questi c’è l’orgoglio; un sentimento subdolo che può insinuarsi anche nella vita del credente.
Ricordiamo che quando Adamo ed Eva caddero nel giardino di Eden, il diavolo fece leva proprio sull’orgoglio: “Diventare come Dio!”
Quale aspirazione più gratificante...essere uguali a
Dio! Il nemico conosce troppo bene l’animo umano e forse nessun altra tentazione avrebbe avuto maggiore efficacia per far cadere i nostri progenitori.
Notiamo anche che l’orgoglio li portò alla disubbidienza e questo ci insegna che l’orgoglio può essere l’origine di altri peccati, a volte orrendi.
Ci sono familiari che hanno smesso di parlarsi semplicemente perché nessuno ha voluto fare il primo passo, nessuno ha voluto cedere e sembrare più debole dell’altro.
L’orgoglio ha rovinato persone che hanno avuto la colpa di non avere la forza di dire: “Ho sbagliato!”
L’uomo è schiavo del proprio orgoglio anche quando cerca di accostarsi a Dio.
In Luca 18 Gesù nella parabola del Fariseo e del Pubblicano raccontò la preghiera del Fariseo, uomo che diceva di amare Dio. Vediamo cosa disse:
(Luca 18:11-12)
"O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri; neppure sono come questo pubblicano. Io digiuno due volte a settimana; pago la decima su tutto quello che possiedo”.
"O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri; neppure sono come questo pubblicano. Io digiuno due volte a settimana; pago la decima su tutto quello che possiedo”.
Fariseo non giustificato
Alla fine Gesù concluse la parabola dicendo: che il Fariseo non fu giustificato.
Potremmo domandarci in cosa ha sbagliato il Fariseo; dopotutto è un uomo pio, ce ne fossero di persone così perbene e osservanti dei comandamenti!
Non ruba, cerca e si sforza di essere giusto, non desidera la donna degli altri e osserva la legge pagando la decima e digiunando.
Dunque qual è il suo errore? Il suo peccato è stato l’orgoglio, l’aver pensato di essere superiore agli altri, di avere una grande ed esagerata considerazione di sé stesso, di sentirsi apposto davanti a Dio.
Nella sua preghiera infatti non troviamo la richiesta che Dio lo perdoni dei suoi peccati.
Perché?
Perché non si sentiva un peccatore, e perciò non avvertiva il bisogno di umiliarsi sotto la potente mano di Dio.
Anzi pensa quasi di essere all’altezza di Dio, sentendosi superiore agli altri uomini...nessuno è come lui!
Dobbiamo fare attenzione a non fare come questo mondo che guarda gli altri dall’alto verso basso, perché
ci si sente migliori, più bravi, più buoni e forse anche più santi degli altri.
Anche per quanto riguarda la vita spirituale, a volte si fa sfoggio della propria devozione, o irreprensibilità, o spiritualità, o addirittura della propria umiltà.
Questo atteggiamento da Fariseo è molto attento a ciò che gli altri vedono e a ciò che gli altri pensano.
Gesù conclude dicendo: ”Chiunque si innalza
sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato”.
Impariamo da Gesù che fu umile pur essendo
Dio, anzi la Parola di Dio ce lo presenta mentre lava i piedi agli apostoli.
C’erano troppi maestri orgogliosi, perciò Gesù disse:
“Imparate da me perché io sono mansueto ed umile di cuore”.
“Umiltà” è un termine inusuale in questa società così attenta al culto dell’immagine e che lascia indietro quelli che sono deboli, pensando ad essi come a persone di serie B.
Ebbene, non vogliamo ripercorrere i modi di fare e di
essere di questo mondo, ma vogliamo essere come Gesù che non si aggrappò gelosamente al suo essere uguale a Dio, ma umiliò se stesso fino ad accettare di morire su una croce.
Articolo scritto da: Giulia Castiglione
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Qual è l'ultima volta che hai dovuto ammettere di aver sbagliato e chiedere scusa, anche se l'orgoglio ti spingeva a fare altrimenti?
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