Ormai da decenni la scienza, attraverso modelli matematici, ha descritto come il clima del pianeta stia cambiando in modo preoccupante e come la causa di questi cambiamenti sia dovuta dalle attività umane.
Fenomeni climatici sempre più frequenti e devastanti, come l’innalzamento del livello dei mari, temperature più elevate, l’aumento della siccità, inquinamento dell’aria, malattie e altri eventi meteorologici estremi.
L’ansia di un domani incerto
Tutti siamo consapevoli di come negli ultimi anni questi eventi catastrofici sono sempre più frequenti.
Lo tsunami in Sumatra nel 2004, l’uragano negli Stati Uniti nel 2005, il terremoto dell’Aquila del 2009, il terremoto ad Haiti nel 2010, il terremoto in Siria del 2023 e l’attuale situazione nelle città dell’Emilia Romagna con oltre 50 allagamenti in 42 comuni e tanti altri eventi catastrofici.
Eventi drastici che incidono sulla salute, sul cibo, sulla sicurezza, sul lavoro, considerando inoltre le migliaia di vittime, feriti, disagi e traumi psicologici generati a causa di queste catastrofi.
Tutto ciò era stato già predetto da Gesù:
(Vangelo di Luca 21:11)
"vi saranno grandi terremoti, e in vari luoghi pestilenze e carestie; vi saranno fenomeni spaventosi e grandi segni dal cielo."
Purtroppo la caduta dell’umanità nel peccato ha avuto effetti su tutto, incluso il mondo nel quale viviamo.
Tutta la creazione giace nella sofferenza com’è scritto in:
(Romani 8:22)
Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio;
Il peccato è la causa primaria dei disastri naturali, esattamente come è la causa della morte, della malattia e della sofferenza.
Gli eventi catastrofici dovuti al cambiamento climatico purtroppo non causano solo danni fisici ma hanno anche un impatto “invisibile” molto forte: quello sulla salute mentale.
Tali eventi sono in grado di generare ansia e depressione; il timore che accadano nuovi disastri ambientali, l’ansia di dover perdere i beni materiali e gli affetti personali, la percezione di essere da soli a lottare, che comporta una sensazione di impotenza e rassegnazione, e l’essere intrappolati in una paura che si autoalimenta considerando in alcuni casi la perdita inestimabile di persone che amiamo.
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